La “Ramaliva” è una Sacra Rappresentazione di origine plurisecolare che ha aperto per diversi anni i riti della Settimana Santa a Leonforte; da notizie a noi tramandate sembra che questa manifestazione si svolgesse già nell’ottocento. Dall’ anno 2000 la Confraternita Maria SS. Addolorata di Leonforte si è occupata direttamente, insieme al parroco della Chiesa di S. Stefano, dell’organizzazione di questa importante manifestazione, cercando di riscoprire i valori tradizionali più genuini.
La manifestazione iniziava già il sabato che precede la festa, quando sullo spiano davanti alla piccola chiesetta denominata “Crucidda” poco distante dalla Granfonte, viene costruito un atrio fatto di rami di ulivo e palme e si preparava una luminaria.
Nella serata del sabato si effettua il pellegrinaggio che dalla Chiesa di S. Stefano porta alla Crucidda, il rintocco della campana di S. Stefano scandisce la recita dei 33 “Credo”; il tutto è accompagnato dal canto del “lamento” che conferisce particolari emozioni. Giunti alla Crucidda si accende la luminaria e in seguito inizia la veglia durante la quale, fino a tarda notte, segue ininterrotto un pellegrinaggio di fedeli e di visitatori.
Nella giornata di Domenica, nelle prime ore del pomeriggio, veniva rappresentato un dramma sacro che rievocava l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, con scenario la zona che va dalla Crucidda fino a Santo Stefano, passando attraverso la splendida Granfonte e il Giardino delle Ninfe.
La rappresentazione, suggestiva ed emozionante, si svolgeva con costumi dell’epoca e i vari personaggi a rappresentare Gesù, gli Apostoli, Maria, recitavano un testo tratto dalle pagine evangeliche e rielaborato appositamente.
Corollario importante di questa sacra rappresentazione sono stati i bambini che interpretavano la parte degli angeli e che aprivano il corteo recitando “U Dittu”, rappresentando il punto di continuità con la tradizione. La rappresentazione della Ramaliva, così come quella del presepe vivente, aveva come finalità principale la riscoperta e il rivivere il senso della profonda religiosità popolare che unisce fede e tradizione facendo della espressione scenica una forma di educazione alla fede.
La sacra rappresentazione si è svolta fino all’anno 2021, mentre tutt’ora continua a svolgersi il pellegrinaggio del sabato da Santo Stefano alla Crucidda.